Ergonomia cognitiva: un aspetto troppo spesso non considerato
14 Ottobre 2025
A cura di Andrea Ragazzon, CEO Ergoal S.r.l.
Come accennato nel precedente articolo, ancora oggi, quando si affronta il tema dell’ergonomia nei contesti produttivi, il focus è sugli aspetti dell’ergonomia fisica, trascurando un secondo ambito dell’ergonomia: l’ergonomia cognitiva, cioè la disciplina che studia come la mente umana interagisce con gli ambienti e gli strumenti di lavoro. Essa definisce i principi che guidano la progettazione degli strumenti stessi, con lo scopo di rendere l’interazione efficace, efficiente, soddisfacente e sicura. Ancora una volta, il focus è sullo User Centered Design: la progettazione centrata sull’utente che mira, cioè, a porre la persona al centro della progettazione del prodotto/processo.
Molto spesso, visitando le aziende, mi sento dire: “Non riesco a capire come l’operatore possa aver fatto quella cosa così strana e/o pericolosa” oppure: “Gliel’ho spiegato molte volte, ma non capisce”.
Dietro a queste due affermazioni possono celarsi alcuni aspetti che vengono solitamente affrontati quando si parla di ergonomia cognitiva. Cito, ad esempio, l’importanza dell’affordance: la qualità fisica di ogni oggetto che ne suggerisce le azioni appropriate per manipolarlo. Significa che noi non percepiamo gli oggetti in sé per come sono, cioè insiemi di forme, ma risulta per noi più importante la loro funzione, cioè a che cosa servono. Guardando un oggetto, “vediamo” subito se possiamo usarlo e come.
È quindi chiaro che, se vediamo un pulsante, questo ci “parla” dicendo “premimi”, una maniglia invece dirà “afferrami e ruotami”. Un prodotto ben progettato, ha un’ottima affordance.
In alcuni casi, oggetti che hanno una determinata funzione, possono essere utilizzati per scopi impropri, creando incidenti. Ad esempio, se vedo una sedia da ufficio, e sono stanco, mi siedo, ma se si fulmina una lampadina e ho davanti a me una sedia, io vedo una “scaletta” che mi può aiutare a raggiungere la lampadina da cambiare. Questo mi induce a mettere in atto un cosiddetto “uso scorretto, ragionevolmente prevedibile”. Un approccio allo studio dell’ergonomia cognitiva ci può aiutare ad individuare le criticità ed eliminare i rischi, ove possibile, attuando politiche di controllo.
Un altro tema è legato alla comprensione delle cose e fa riferimento all’espressione riportata sopra “Gliel’ho spiegato molte volte, ma non capisce”. Ciò che va cambiato, è l’approccio. Vanno comprese, innanzitutto, le necessità dell’operatore, legate alla sua comprensione del prodotto/processo, al fine di colmare la distanza che può venire a crearsi tra il punto di vista di chi industrializza il prodotto, di chi organizza la produzione e di chi opera in linea. Le macchine, le attrezzature, i layout devono pertanto aiutare l’operatore, tenendo presente il fatto che riconoscere è più facile che ricordare. L’operatore non deve ricordare le cose ma, di fronte alle situazioni, macchinari, attrezzature, deve riconoscere le azioni da effettuare. La “memoria” deve risiedere nelle cose.
Sono pertanto spesso inutili grandi ed impolverati manuali di istruzioni operative. Sono molto più utili dei segnalatori visivi, dei pulsanti auto-esplicativi e, soprattutto, soluzioni che forniscono feedback!
Il feedback è l’elemento che ci aiuta a valutare l’efficacia e la correttezza delle nostre azioni. Senza feedback l’operatore può entrare in uno stato di frustrazione perché non è in grado di comprendere l’efficacia della sua azione, oppure può addirittura attribuire ad un’operazione scorretta un esito di successo che poi tenderà a replicare in buona fede. Ancora una volta è evidente come l’approccio agli “Human Factors”, in un ambito relativo alla progettazione di contesti produttivi, miri ad individuare la miglior soluzione che permetta all’operatore di agire in sicurezza, in modo da garantire efficienza nei processi produttivi e ridurre/azzerare gli errori e lo stress derivati da un ambiente di lavoro non salutare.
Questi temi verranno approfonditi durante la sessione “Ergonomia e sostenibilità per una progettazione centrata sulla persona” che si terrà durante il Lean Day 2022 in programma l’8 novembre 2022. In tale occasione, ci sarà la possibilità di vedere anche esempi concreti di trasformazioni messe in atto dalle aziende per riprogettare, migliorandoli, i propri contesti operativi con lo scopo di renderli ambienti più idonei possibili alle attività dei propri lavoratori.